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Nessuno degli attuali attori del mercato si era mai trovato davanti ad una crisi tanto inaspettata quanto grave e profonda come quella che stiamo attraversando, sia per le modalità in cui è esplosa sia per la tipologia di crisi, non legata a speculazioni e finanza ma a un’emergenza sanitaria mondiale.

Oggi, che sembra terminata la fase 1, più intensa e preoccupante, ci troviamo a riflettere su quanto è successo prima e su come questa pandemia cambierà e in parte ha già cambiato il mondo del retail.

Ci eravamo lasciati a fine 2019 con un mercato retail vivo e attivo (Leggi l’articolo qui) tuttavia, avevamo già sottolineato come, molti attori, non avessero ancora colto la sfida digitale. Le barriere all’utilizzo di mezzi digitali, infatti, erano ancora forti e invalicabili, tutto questo fino al 23 febbraio 2020.

Le previsioni del governo sull’economia italiana

Dopo il 23 febbraio tutto è cambiato: i dati che arrivano dal governo e dalle fonti ufficiali non sono certo positivi. Si stima che nei prossimi mesi i consumi interni caleranno del 7,2%, l’export del 14,4% e l’import subirà un calo del 13,5%

Questi dati ci fanno capire che cambieranno le abitudini degli italiani, consegnando alle statistiche un consumatore più povero, meno internazionale, ma più digitale. Anche l’offerta ha già subito e subirà diversi cambiamenti che comportano un alto rischio per la sopravvivenza di molti retailer, soprattutto i più piccoli.

droni

Qual è la risposta dei retailer a questa emergenza?

Ogni crisi, questa inclusa, porta con sé la forte accelerazione di processi già in atto. Gli attori che sapranno cogliere più velocemente e prima degli altri il cambiamento saranno quelli che rimarranno sul mercato, perché in grado di adeguarsi a nuovi contesti e aprire nuovi spazi di crescita.

La sfida per rimanere sul mercato è quella di capire e accettare ancora una volta la nuova normalità del consumatore.

Il ruolo dell’E-commerce 

L’e-commerce presentava già ottimi risultati a fine 2019 e pre crisi nel 2020. Tuttavia il 70% dei retailer non investiva in innovazione digitale, principalmente per forti scontri interni tra funzioni.

Con la crisi, si son visti molti cambi a livello di organizzazione e grandi cambiamenti nella strategia aziendale. La crisi ha creato quindi una discontinuità epocale che ha portato a un ripensamento dei processi

La GDO, come prevedibile, ha fatto il grande salto, molti attori hanno attivato in tempi record canali e-commerce e diverse modalità di delivery, i piccoli commercianti hanno iniziato a utilizzare il digitale per ingaggiare i clienti (social, whatsapp e pagamenti digitale). Sono cambiati gli accessi al punto vendita e al ritiro della spesa con un aumento del click and collect, dei locker e di altre tipologie di consegna che hanno registrato rispetto ai primi mesi dell’anno un +400%.

Umberto Bertelè, durante il webinar “Il Retail ai tempi del Covid-19” per l’Osservatorio di Digital Innovation dice: “La più grande innovazione non è tecnologica ma è cambiare l’amministratore delegato se non capisce che la tecnologia è importante”. E noi non possiamo che essere in accordo con lui.

Quali sono le sfide per il breve termine?

Se il consumatore è diventato più digitale, al termine di questa crisi non smetterà di esserlo, questo implica una forte accelerazione verso la digitalizzazione in tutti gli ambiti. Sarà una questione di sopravvivenza per le imprese e soprattutto per i piccoli commercianti che si troveranno a dover scegliere tra la chiusura totale e un rinascimento digitale e tecnologico.

Le imprese dovranno quindi ripensare completamente al proprio modello di business. Questo si spera porterà a uno svecchiamento delle regole e delle procedure aziendali e aprirà la strada a modelli più flessibili che potrebbero giovare non solo all’azienda ma anche ai dipendenti.

I consumatori meno digitali e proattivi dovranno comunque essere seguiti in questo passaggio e accompagnati allo step successivo.

In conclusione questa crisi, per quanto pesante, offre a tutti una nuova opportunità, una spinta al cambiamento necessaria e auspicata che, se ben sfruttata, porterà a un aumento della ricchezza e a nuove forme e modalità di commercio. Siamo sicuri che non solo gli e-commerce e le grandi catene di distribuzione avranno un ruolo nel post crisi, ma che torneranno attori centrali anche i negozi di prossimità, se solo saranno in grado di accettare il cambiamento!