Intervista a Lucia Bruzzone

Benvenute e benvenuti a questa puntata di “Le donne dell’eGrocery”. Io sono Francesca Basso, Digital & Communication Manager di Digitelematica, e oggi qui con noi c’è Lucia Bruzzone, eCommerce e Digital Manager presso Gruppo Sogegross.

Francesca: Ciao Lucia, grazie per essere qui con noi e benvenuta.

Lucia. Buongiorno a tutti e grazie a te Francesca.

Francesca: Allora, iniziamo subito con la prima domanda per introdurti. Ci parli del tuo lavoro e del ruolo che occupi nella tua azienda?

Lucia: Sì volentieri. La mia esperienza in Sogegross inizia nel 2002. Sogegross è un’azienda con sede Genova, un’azienda multicanale di circa 930 milioni di fatturato, con 260 punti vendita in quattro canali distributivi. Quindi il canale dei supermercati con Basko, il canale del Cash&Carry all’ingrosso con Grosmarket Sogegross, i discount Ekom e il mondo dell’ affiliazione quindi i negozi franchising sia a marchio Ekom sia a marchio Doro.

Nel 2002 quando sono stata assunta, sono stata assunta proprio per lanciare l’eCommerce del canale supermercati di Basko che l’azienda aveva poco tempo prima deciso di avviare. Una scelta abbastanza avanguardistica se pensiamo che stiamo parlando del 2002 e stiamo parlando di vendere cibo in Italia tramite l’online e nello specifico di farlo a Genova, quindi non a Milano e non a Roma. Quindi una scelta sicuramente coraggiosa per quei tempi. Il sito partì nel 2003, un anno dopo circa e io l’ho seguito per tutto questo tempo oltre al ramo comunicazione e digital sempre per il brand Basko a tutto tondo quindi sia online che offline. eCommercio che è stato erogato su quattro modalità di servizio, le principali quindi l’home delivery, il click&collect, il locker inteso come stand alone in punti strategici della città e poi lo shop@work. Tutto questo fino a febbraio di quest’anno perchè invece dal primo marzo ho cambiato un ruolo, ho fatto un piccolo trasloco interno e sostanzialmente faccio lo stesso lavoro di prima però anziché farlo su retail e quindi su Basko e la vendita al dettaglio mi sono spostata sull’ingrosso, quindi su cash&carry e la vendita ai professionisti del food&beverage e ai possessori di partita Iva. Questa la sintesi.

Francesca: Perfetto, grazie. E una domanda sull’essere donna nel mondo dell’eGrocery. Che cosa significa per te essere donna, una delle donne che lavorano nel mondo dell’eGrocery? Se ha un significato.

Lucia: Ha un significato enorme, per come la vedo io, non tanto in quanto donna, ma sicuramente in quanto persona. Nel senso che questo è un lavoro, soprattutto in questi anni poi probabilmente in futuro non sarà più così, che ha un significato enorme inteso come ruolo. Cioè chi fa questo lavoro, secondo me, all’interno delle aziende, soprattutto delle aziende tradizionali, ma credo che valga per tutte, ha un po’ il ruolo dell’innovatore all’interno dell’azienda. Bisogna sicuramente farsi promotore di un approccio un po’ più aperto, di scenario, si ha un po’ più motori di cambiamento anche scomodi a volte, un po’ più disruptive  perché provi a scardinare magari dei meccanismi consolidati, delle procedure codificate e in primis cerchi anche di attuare un minimo di rivoluzione concettuale e culturale. Quindi questo secondo me ha un significato e ha un ruolo molto importante, almeno per me questo ha significato molto.

Poi inteso come donna per fare tutto questo ci vuole sicuramente molta tenacia e la tenacia probabilmente è una caratteristica tipica del genere femminile proprio a voler trovare un punto. Però credo che sia un discorso che valga abbastanza in generale. Altro aspetto è che, per come la vedo io, l‘eCommerce soprattutto alimentare è in primis un grande facilitatore della vita quotidiana di ciascuno, perché risparmi tempo, è una grande comodità. E se è vero che queste incombenze normalmente battono di più sulle spalle delle donne allora sicuramente una donna che ci lavora dietro può avere qualche malizia in più nel doppio ruolo visto che è anche il target privilegiato che usufruisce di quei servizi. Però secondo me poi il vero grosso significato di chi fa questo lavoro è quello che ho detto prima, quindi soprattutto dell’atteggiamento e del ruolo di cambiamento e di dinamicità che deve avere all’interno delle organizzazioni.

…per fare tutto questo ci vuole sicuramente molta tenacia e la tenacia probabilmente è una caratteristica tipica del genere femminile.

Francesca: Quale pensi siano alcune delle maggiori sfide per l’eGrocery e quale ruolo pensi che giocherà la tecnologia nel futuro dei supermercati. Tu sei in questo ambito dagli albori, diciamo,  e sicuramente avrai una visione ampia 

Lucia: Ovviamente tantissimo è stato fatto quindi è ovvio che siamo già a buon punto però le sfide sono ancora tantissime. Adesso ce n’è una più contingente, secondo me, che è quella di capitalizzare tutto quello che è stato scatenato dalla pandemia. Perchè, aimè, è stata una tragedia però invece sull’ambito dell’ecommerce la pandemia è stata un acceleratore pazzesco, si parla di 4/5 anni di anticipo rispetto a quello che sarebbe stata l’evoluzione in tempi normali. Quindi un flusso di traffico, di volumi pazzesco e sono approdati sull’eCommerce veramente tutti, cioè non c’è più nessuna distinzioni di ceto, di reddito, di età, di sesso, di territorio è diventato veramente qualcosa di trasversale. Bisognerebbe essere bravi a capitalizzare tutto questo, a tenerselo attaccato, a fidelizzare e a non farlo cadere a terra. Quindi sicuramente è un impegno, una sfida da fare subito, contingente.

Invece un po’ più ad ampio raggio le sfide, anche tecnologiche, secondo me sono tante: mi viene in mente tutta la parte del voice che, secondo me, sarà il futuro neanche troppo lontano, una grossa ondata che ci travolgerà perché se ne parla tanto però non ho ancora visto nulla di particolarmente significativo e credo che sarà una di quelle cose che si scatenerà in maniera molto veloce e molto massiccia. Quindi bisognerebbe riuscire a farsi cogliere un po’ più preparati. E poi in generale, in realtà online e offline, io credo, sebbene tanto è stato fatto, che ci sia ancora tanto da fare dal punto di vista dell’integrazione. Quindi di smetterla di ragionare in questa maniera dicotomica tra online e offline e lavorare ancora tanto sull’integrazione dei due mondi, nell’approccio al cliente quindi sia a livello di strategie che a livello di conti economici. Iniziare a pensare a questi due mondi come semplicemente un mix di servizi che il brand eroga al cliente. Il cliente sceglie il brand e poi il mix di servizi è un’altra cosa, ma integrare un po’ di più questi due aspetti. C’è ancora da fare. C’è ancora da fare.

Dobbiamo smetterla di ragionare in questa maniera dicotomica tra online e offline e lavorare ancora tanto sull’integrazione dei due mondi, nell’approccio al cliente quindi sia a livello di strategie che a livello di conti economici

Francesca: Quindi a proposito di pandemia, come stiamo dicendo, la pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione imponendo alle aziende di essere sempre più agili e flessibili e pronte al cambiamento. Nel contempo lo smart working è diventato la modalità lavorativa (Tu ci stai dicendo che stai rispondendo da casa). Quindi da manager e da donna come hai vissuto e come stai vivendo questa nuova normalità? Quali sono stati i vantaggi, se ce ne sono stati, e quali le sfide?

Lucia: Quello della pandemia è stato un impatto violento anche perché, appunto, è stato roba di un attimo proprio, dall’oggi al domani. Quindi superato lo shock credo che tutti noi siamo stati spinti dagli eventi a diventare molto più reattivi. Di sicuro a concentrarci in maniera diversa sulle priorità e anche ad avere una velocità esecutiva diversa oltre a una maggiore collaborazione anche tra le varie funzioni aziendali.

Per quel che riguarda lo smart working, ammesso il fatto che io, in realtà, ne ho fatto poco, considerando che, appunto, seguivo l’eCommerce di un’azienda di supermercati in quel periodo in realtà è stato molto in presenza, ovviamente. Credo però che sia difficile dare una risposta univoca sullo smart working. Credo che dipenda molto dal ruolo che si ricopre e anche dal proprio contesto famigliare. Faccio un esempio personale, per me: io non ho figli e per me lavorare da casa è il top; nel senso che riesco ovviamente a essere molto più concentrata, impiego molto meno tempo a fare le cose, riesco a metterci più qualità senza contare che non perdo due ore al giorno in macchina per i trasferimenti. Quindi sembrerebbe tutto oro, ma in realtà non è così perché poi in realtà sia per il ruolo che ricopro, come dicevo prima, se hai a che fare con dei team, con le persone in contesti emergenziali o anche adesso che mi sto avvicendando in un ruolo nuovo, invece lì è proprio importante che ci sia la presenza secondo me, per il confronto, l’ascolto, la condivisione delle informazioni, i feedback, ad esempio, che cambiano radicalmente. Quindi, secondo me, la vera risposta sarà una formula mista in cui si farà un po’ e un po’. Sicuramente le aziende dovranno regolamentare, ma al di là delle procedure aziendali credo che poi la differenza la faccia il senso di responsabilità le persone alla fine.

Francesca: Certo. Capiremo probabilmente nei prossimi mesi, appunto, come si muoveranno le aziende.

Lucia: Di sicuro non torneremo come prima.

Francesca: Chissà, mai dire mai.

Lucia: Mai dire mai, hai ragione. Però, insomma, se dovessi scommettere direi che proprio come prima non torneremo. Tutto sta nel reinterpretare il contesto, quello si.

Francesca: Hai consigli generali per le donne che lavorano nell’ambito dell’eGrocery, che ricoprono ruoli simili al tuo?

Lucia: Allora, guarda, non mi sento di poter salire in cattedra a dare consigli soprattutto tra donne eccetera… però posso magari dare dei consigli più che altro ai giovani, magari coloro che iniziano adesso a lavorare in questo settore, magari facendo anche un po’ tesoro di quella che è stata la mia esperienza e anche i miei errori volendo, no? Quindi mi sentirei di dare consigli partendo proprio dalla genesi dei progetti.

Innanzitutto di soffermarsi molto sull’analisi e mi sento di sottolineare l’importanza dell’analisi nei progetti. Magari si è tutti presi dalla fretta e dalla furia di cominciare e pensiamo a volte che l’analisi dettagliata possa essere una perdita di tempo, tra virgolette, e invece non è così. Io credo che un’analisi fatta bene sia già un buon 70% del lavoro a quel tempo poi si recupera in altre fasi del progetto.

Un altro consiglio ovviamente è quello di soffermarsi sempre e rigorosamente sui dati e il digital ce ne fornisce tantissimi. L’abilità sta nel leggerli sicuramente, nel trasformarli in informazioni utili e di incrociarli cioè di integrare tutti i dati che il Digital ci da con dati anche gestionali in modo da cercare sempre di avere delle visioni il più possibile a tutto tondo e non segmentate su singoli ambiti.

E poi il consiglio numero uno probabilmente è quello di lavorare sempre sulla squadra, sulla relazione, sul team e di cercare di creare attaccamento ai progetti, possibilmente con dei team trasversali di competenze perché lavorare in questo settore vuol dire che si ha bisogno di tantissime competenze trasversali impossibili da avere concentrati in maniera verticale nella medesima persona. Quindi credo che anche un grande step in avanti dal punto di vista culturale nelle aziende sia proprio quello di capire che occorrono competenze cross proprio per far funzionare i progetti a medio lungo termine.

E poi il consiglio numero uno probabilmente è quello di lavorare sempre sulla squadra, sulla relazione, sul team…

Francesca: Bello. Grazie per questi importanti consigli. Siamo arrivati alla fine. C’è qualcos’altro che vorresti aggiungere, che vorresti condividere con noi? Oppure ci salutiamo.

Lucia: No, io credo di aver detto tutto. Potrei aggiungere al pezzo di prima che stavo dicendo dei team di sollecitare di più i feedback che una cosa che in Italia forse si fa a meno rispetto ad altri Paesi e anche a condividere non soltanto i successi ma anche gli insuccessi perché magari da quelli si impara anche qualcosa di più. Quindi chiuderei così.

Francesca: Dagli errori, in realtà, sappiamo che si impara molto di più. L’importanza di sbagliare. Il valore dello sbaglio è da rivalutare in questo momento.

Lucia: Esatto.

Francesca: Grazie mille Lucia e alla prossima.

Lucia: Grazie a te e buon lavoro. Un saluto a tutti.